Meglio il Green Pass piuttosto che l’ipotesi di un nuovo lockdown. Sembra essere questo il pensiero generale del settore del gioco rispetto alla nuova normativa e la cosa non sorprende considerando che l’azzardo, con le sue sale, è stato il più colpito. Mentre a fine 2020 le altre attività riaprivano, tutto era fermo nel mondo del gioco e i lavoratori di settore hanno portato avanti una lunga e pacifica protesta per chiedere al governo la riapertura. Di fatto chiedevo un trattamento pari a tutte le altre filiere dell’economia.
Green Pass: la normativa italiana
La nuova normativa italiana sul Green pass prevede che tutti i dipendenti del settore pubblico o privato devono esibire il certificato sanitario, noto come green pass, che comprova la vaccinazione, la recente guarigione da Covid-19 o un risultato negativo del test, o il alternativa essere dichiarato assente senza retribuzione. L’obbligo è già in vigore da settembre per i dipendenti di scuole e università e per gli operatori delle case di cura, e da aprile è in vigore un mandato di vaccinazione per chiunque lavori nel settore sanitario, comprese farmacie e studi medici.
Il certificato è richiesto dal 6 agosto anche per entrare nella maggior parte dei luoghi culturali, di intrattenimento e di svago del paese.
Green Pass: obiettivo 90% di vaccinati in Italia
Oltre l’86 per cento degli italiani di età superiore ai 12 anni ha ricevuto almeno una dose di vaccino, qualificandosi automaticamente per il pass. Ma si stima che fino a cinque milioni di adulti in età lavorativa non siano vaccinati e la maggior parte sarà in grado di lavorare solo se paga per i propri test ogni 48 o 72 ore, a seconda del tipo. Questo numero sembra includere molti nel settore del trasporto merci e, con molti che non hanno accettato le nuove regole e che si rifiutano di conformarsi: ci sono timori di disagi economici.
Come ha reagito il settore del gioco al Green Pass?
E’ entrato in vigore ormai da una decina di giorni l’obbligo per tutti i lavoratori – dunque anche per quelli del settore del gioco pubblico – del Green Pass sul luogo di lavoro. La misura senza dubbio è stata accolta favorevolmente dalle associazioni del comparto, che hanno evidenziato come l’obbligo del certificato verde, valido per i clienti, fosse esteso anche ai lavoratori. Cerchiamo di capirlo attraverso una raccolta di quelle che sono state le reazioni dei principali protagonisti di settore. Sale bingo, slot, casinò e totoricevitori non sembrano aver dubbi in merito: anche se il Green Pass e l’applicazione delle regole necessarie per rendere attivo hanno reso un po’ più complesso il lavoro e allo stesso tempo è rende meno fruibile l’esperienza di gioco per i giocatori, il Green Pass è un compromesso accettabile.
Marcotti (Federbingo): Il Green Pass è una questione di buon senso
“Abbiamo sempre auspicato che sul tema vi fosse chiarezza. Come è giusto l’obbligo del Green Pass per i clienti, allo stesso modo è giusto che chi lavora in attività aperte al pubblico, come una sala bingo, abbia l’obbligo di avere il certificato vaccinale”, ha detto ad Agimeg Italo Marcotti, Presidente Federbingo, in merito all’entrata in vigore da oggi dell’obbligo del certificato verde per tutti i lavoratori, anche per quelli ai tavoli delle sale bingo. “E’ una questione di buon senso, oltre che di sanità pubblica. Salutiamo quindi favorevolmente l’entrata in vigore dell’obbligo di esibire il Green Pass anche per i lavoratori”.
Distante (Sapar): “Con il Green Pass abbiamo potuto riaprire le nostre sale slot”
Sulla stessa lunghezza d’onda anche Domenico Distante, presidente Sapar: “L’obbligo del Green Pass per tutti i lavoratori, anche per quelli del comparto giochi, mi sembra più che giusto. Non dimentichiamoci mai di quando eravamo chiusi. Con il Green Pass abbiamo potuto riaprire le nostre sale, è giusto che così come devono averlo i clienti, lo debbano avere anche i lavoratori del settore, che sono coloro che devono chiedere ai clienti di mostrare il possesso del certificato verde”, ha detto.
“Ritengo tuttavia che alcune norme debbano ancora essere chiarite: un lavoratore della mia azienda deve avere il Green Pass, se non lo ha incorre in sanzioni sia lui sia l’azienda, mentre se in ufficio viene un amico, dunque non un lavoratore, non è chiaro se debba essere richiesto. Si lascia ancora troppo all’interpretazione, comunque il fatto che sia stato reso obbligatorio anche per i lavoratori è giusto”.
Sbordoni (Utis): Il settore del gioco si è fatto trovare pronto alle normative sul Green Pass
“I totoricevitori erano già preparati e quindi sono stati immediatamente pronti ad eseguire i controlli sul Green Pass ai propri lavoratori dopo averlo fatto per i clienti. Di certo questa misura non è arrivata a sorpresa e questo ha consentito di prepararsi per tempo. Io piuttosto vorrei sapere come sia andata nel settore pubblico questa prima giornata di obbligo di Green Pass. Per quanto ci riguarda non c’è stata nessuna criticità”, ha invece affermato Stefano Sbordoni, Segretario Generale Utis.
Campanella, Donne in Gioco: “Dopo mesi di chiusura che il settore del gioco ha subìto siamo disposti a tutto”
“Noi eravamo già predisposti su questa linea nelle nostre attività ed infatti la gran parte dei lavoratori aveva già fatto il vaccino negli scorsi mesi. Sono veramente pochi quelli del nostro settore che non lo hanno ancora fatto. Il nostro settore non può permettersi di andare contro questa misura, altrimenti l’opinione pubblica si opporrebbe ancora di più al nostro comparto che già non gode di un’alta reputazione”. Lo ha detto Antonia Campanella, coordinatrice comitato Donne in Gioco, commentando l’entrata in vigore dell’obbligo del Green Pass per i lavoratori del gioco pubblico. “Abbiamo subìto i controlli costanti dal primo giorno che era entrato in vigore l’obbligo per la clientela, quindi sostanzialmente per noi non cambierà nulla. Credo che dopo tutti i mesi di chiusura che il settore del gioco ha subìto siamo disposti a tutto pur di continuare a lavorare. Di sicuro è inspiegabile questo muro che ha eretto il Governo, perché i dati della vaccinazione sono più che buoni e quindi si potrebbe essere più morbidi sotto questo punto di vista”
Del resto recentemente anche il Ministro degli Esteri, Luigi Di Maio è stato chiaro.
“Se oggi in Italia le attività commerciali sono aperte, se i nostri ospedali non sono al collasso, se i numeri dei contagi e delle vittime da covid sono diminuiti drasticamente è solo grazie al vaccino e al green pass, che stanno portando il Paese fuori dal tunnel. Il nostro obiettivo è la piena ripresa, e per questo dobbiamo puntare adesso al 90% dei vaccinati e sfruttare il green pass come chiave per rimanere aperti in sicurezza”. E’ quanto afferma il Ministro degli Esteri, Luigi Di Maio. “Un atteggiamento diverso sul green pass ci esporrebbe a effetti quasi sicuramente simili a quelli che si stanno verificando in altri Stati, dove questa misura non viene applicata come in Italia. In diversi Paesi all’estero infatti si parla nuovamente di restrizioni, di lockdown, di chiusure delle attività commerciali, di ospedali al collasso. Lo ripeto, non ce lo possiamo permettere, dobbiamo salvare vite umane e continuare a rilanciare l’economia. Dire no al vaccino significa dire no alla vita. Dire no al green pass equivale a voler bloccare la ripresa economica. Siamo un grande Paese e come tale stiamo agendo, seguendo la comunità scientifica. Con visione e programmazione. Andiamo avanti”
Il settore del gioco risponde compatto: riapriamo in sicurezza
In conclusione, il settore del gioco risponde compatto: riapriamo in sicurezza. E’ arrivato il messaggio di Pierpaolo Sileri, sottosegretario alla Salute. “Nel passaggio tra non avere il green pass obbligatorio e avere il green pass obbligatorio si possono verificare delle problematiche e le aziende possono trovare una soluzione compatibile con la sicurezza e con le esigenze del lavoro, così come si può offrire temporaneamente una soluzione con un tampone gratuito a chi è in difficoltà a livello economico, ma allo stesso tempo andrebbe fatta un’opera di spiegazione sulla bontà della vaccinazione affinchè le persone capiscano che molte delle cose che vengono dette nelle piazze sono sciocchezze, come ad esempio che il vaccino è sperimentale o che non è efficace. Purtroppo c’è chi strumentalizza delle paure. La maggior parte delle persone che sono scese in piazza contro il green pass erano persone impaurite, che non hanno compreso e credo che a loro dovrebbe essere spiegato meglio. Bisogna spiegare quello che rischiano non vaccinandosi. Noi purtroppo nelle prossime settimane avremo tante piccole ondate non solo di contagi ma anche di ricoveri che riguarderanno persone che non si sono vaccinate”.
Gioco e Tasse la paura di una nuova tassazione
La sospensione fino al 30 giugno 2023 del divieto di sponsorizzazione da parte di aziende del betting e la creazione del “Fondo Salvacalcio” attraverso la destinazione, sempre fino al 30 giugno 2023, della quota dell’1% della raccolta sulle scommesse sportive che supera annualmente i 10 miliardi (assicurando un gettito di 250 milioni): secondo quanto riporta Il Sole 24 ore, sarebbero queste le misure alle quali starebbe lavorando il Governo per la prossima legge di bilancio.
Il fondo da 100 milioni sarebbe gestito dalla Figc per sostenere anche il mondo dilettantistico, del calcio femminile e del settore giovanile e scolastico. «Stiamo lavorando incessantemente con il Governo per creare le condizioni necessarie all’accoglimento delle nostre richieste che – è bene ribadirlo – non prevedono aiuti diretti, ma interventi normativi finalizzati, nel breve periodo, al riconoscimento del danno emergente generato dalla pandemia e, nel medio periodo, al supporto concreto delle autoriforme già avviate», ha detto il presidente della Figc, Gabriele Gravina.