“I numeri alti, ma non dobbiamo stupirci. Non possiamo ignorare esistano distorsioni, ma dobbiamo, con l’ausilio di questa Commissione, strutturale rimedio. Noi non possiamo portare a casa una normativa di riordino del sistema senza aver tenuto nella adeguata considerazione tutte le distorsioni che toccano il disturbo da gioco d’azzardo. Questo non vuol dire però rinunciare a regolare il sistema.

Sulla tutela di quanti siano stati più incisi dalla pandemia, è pacifico che il gioco sia un settore che abbia un impatto di gettito alto, ma anche i settori del gioco che come il Bingo, non hanno un impatto di gettito alto hanno comunque un impatto di gettito occupazione molto alto. Il Bingo, o il settore del gioco in presenza, è stato il settore più penalizzato dalle norme a tutela della salute nel periodo pandemico. Attualmente l’idea ha lo studio è quella di consentire a questi settori delle proroghe non onerose, per consentire la compensazione del periodi di chiusura”.

Lo ha detto Federico Freni, Sottosegretario all’Economia con delega ai Giochi, nel corso di un’audizione presso la Commissione parlamentare d’inchiesta sul gioco illegale e sulle disfunzioni del gioco pubblico del Senato.

Chi è Federico Freni?

Federico Freni è un politico italiano, sottosegretario di Stato al Ministero dell’economia e delle finanze nel governo Draghi nominato dal Consiglio dei Ministri il 23 settembre e entrato in carica dal 28 settembre 2021 al posto del dimissionario Claudio Durigon.

La strategia di freni per il gioco italiano

“Nel riassetto – spiega Federico Freni – e nel sistema proroghe si terrà in debita considerazione il fatto che alcune attività come il Bingo sono state chiuse e hanno subito un danno diverso rispetto ad altre. C’è stato un’interessante report del Centro Studi della Luiss, presentato nel mese di luglio, che ha indagato il gioco illegale e che mette in luce come il gioco illegale sia tendenzialmente in aumento rispetto agli standard nazionali. In Italia l’incidenza del gioco illegale è la più bassa d’Europa.

Noi abbiamo un sistema che tutta Europa ci invidia di controlli telematici diretti virtuosi fatti dall’Agenzia delle Dogane che consentono in tempo reale di staccare la macchinetta dal sistema e di non consentire più a quella macchinetta di funzionare, un sistema di verifiche informatiche rispetto al comparto del gioco tra i più evoluti d’Europa. Noi questo sistema vogliamo potenziarlo nell’ottica di garantire il miglioramento delle condizioni”.

Freni spiega il limiti del gioco legale

“Quando parlo di gioco illegale mi riferisco anche a chi non paga le tasse in Italia. Chi apre una concessione online, che attualmente costa poco, e poi si crea 60 skin per concessionario e rimbalza su Malta e non paga le tasse in Italia, quello per me è gioco illegale anche se la concezione originaria è una concessione legale. Gioco illegale non è soltanto chi attacca la macchinetta fuori dai canali dell’Agenzia. Gioco illegale è chiunque non rispetti tutte le regole che ci stanno per il sistema di gioco.

Il nostro impegno non può essere circoscritto solo ai fenomeni relativi alla punta dell’iceberg, dobbiamo andare in profondità se vogliamo intaccare questo problema. Risolvendo il problema dell’illegalità alla radice, contribuiremo in modo sostanziale a limare tutti i disturbi che derivano dal gioco, perché, le statistiche ci dicono, che tanto maggiore è l’utilizzo di sistemi non legali di gioco tanto maggiore è l’attrazione di soggetti affetti da questo disturbo.

Dobbiamo agire a 360° e concentrarci su tutto ciò che è illegalità. Le proroghe ci saranno e saranno annuali o biennali entro il 31 dicembre nel contenitore normativo che il ministro riterrà più opportuno. Non mi esporrò sul divieto di pubblicità, altrimenti non uscirò vivo”.

La questione della ludopatia nel gioco legale italiano: la nuova sfida

“Coinvolgere gli operatori – spiega Freni, come riporta l’agenzia specializzata Agimeg –  nel disturbo da gioco d’azzardo? Senza ombra di dubbio, tutte le battaglie si vincono se si gioca tutti insieme. Gli operatori non possono pensare di disinteressarsi, saranno chiamati a dare il loro contributo. Per i ristori, dobbiamo fare i conti con le esigenze di cassa. Se dobbiamo ristorare qualcuno preferiremmo ristorare chi è stato chiuso. Tempi per la fase regolatoria e le gare, io ho auspicherei che fossero realmente brevi.

Perché la fase regolatoria, per quanto mi riguarda, potrebbe chiudersi nel primo semestre del 2022 e le gare quindi potrebbero essere bandite entro il 2022. Poi come abbiamo detto bandire la gara è un conto e aggiudicarla è altra cosa, ci sono dei tempi tecnici e fisiologici. Questo dovrebbe essere il timing, ovviamente non è nella stretta disponibilità del Governo perché è parte dirigente per proporre la norma poi è rimessa alla sovrana volontà del Parlamento i tempi e le modalità di approvazione della norma.

Ma calcolato il giorno 0 l’approvazione della Legge Delega, il Governo si impegna in 5-6 mesi a fare i decreti legislativi e dal giorno 1, perciò approvazione del decreto legislativo, io credo che le gare si possono bandire in tempi ragionevolmente brevi. Vorrei trovare sotto l’albero di Natale 2022 le gare bandite. Scriverò a Babbo Natale”, ha aggiunto. “Lo Stato non asseconda il gioco illegale, lo combatterà sempre così come combatterà ogni distorsione dal modello legale, con maggiore attenzione a quelle che pregiudicano la salute dei cittadini”, ha concluso.

Freni: “C’è prima il cittadino e poi le entrate erariali”

Se il mio intervento ha lasciato trasparire che prima ci sono i concessionari e le entrate erariali e poi c’è il cittadino, vuol dire che non sono riuscito ad esprimermi bene. Deve essere chiaro che il Ministro all’Economia e con lui il suo Sottosegretario non potrebbe andare a dormire la notte sapendo che lo Stato lascia scoperto il cittadino a vantaggio delle entrate erariali, perché prima c’è il cittadino e poi le entrate erariali.

Lo Stato, e il settore del gioco non fa eccezioni, prima tutela il cittadino e poi l’entrate erariale. È ovvio che anche nel settore del gioco non ci potrà essere nessuna distorsione rispetto a questo paradigma, le normative che improntano e impronteranno il settore del gioco saranno volte alla tutela del cittadino.

Credevo poi che disturbo da gioco d’azzardo e ludopatia potessero riassumere un solo concetto, si tratta di un’approssimazione verbale. Sul fatto che il gioco sano non esista, mi permetto di avere delle riserve. Come è stato detto si tratta di concessioni dello Stato e assumere che una concessione dello Stato sia perciò solo per l’oggetto della sua concessione malsana vorrebbe dire pensare di abolire il regime concessorio.

Un punto di partenza. Freni e l’accordo Stato-Regioni

Ma non sono norme a cui ho lavorato, mi limito a prendere atto di quello che è lo stato dell’arte. Esistono gravi distorsioni, ma a queste si deve fare fronte senza trincerarsi dietro inutili arcaismi o dietro paraventi di forma. L’accordo Stato-Regioni in conferenza del 2017 sarà un punto di partenza, col ministro Gelmini valuteremo al momento debito quelli che saranno i punti di approdo e sottoporremo alla Conferenza Stato-Regioni Unificata una proposta che discuteremo.

E’ chiaro che deve esserci la libertà di Comuni, Regioni e Province la libertà di tutelare i propri cittadini da qualsiasi distorsione, ma lo Stato deve comunque garantire una omogeneità della normativa sul livello nazionale. Il che non vuol dire eliminare il potere di Comuni e Regioni, ma inserirlo in una cornice più stabile di quella attuale. E’ necessario far uscire il gioco dal limbo dell’incertezza. Il focus sul disturbo dal gioco d’azzardo esiste. Si faceva riferimento a quei 70 milioni di euro giocati nel corso dell’estate, sono molti di più. Il gioco produce gettito erariale per quasi 17 miliardi l’anno”.

Minenna: Diventa sempre più necessario un testo unico sul gioco online

A fargli eco arrivano intanto le parole dell Direttore generale dell’Agenzia delle Accise, Dogane e Monopoli, Marcello Minenna nel corso della presentazione del Rapporto sul gioco pubblico di Lottomatica e Censis.

“Il Rapporto Lottomatica-Censis mette a fuoco il settore del gioco dando un adeguato supporto numerico che consente di arrivare a conclusioni univoche basate sui numeri. Bisogna evitare che lo Stato si trovi in difetto normativo a rincorrere l’illegalità in questo settore. Adm ha il potere di vigilanza regolamentare ispettiva e sanzionatoria ma fa fatica a procedere con le gare. Si va avanti con proroghe prive di strategia, con Tar che dà torto ai meccanismi di decadenza delle licenze. Come Adm abbiamo proposto il rilancio ad esempio delle strutture degli ippodromi e la valutazione della compartecipazione delle risorse derivanti dal gioco a favore degli enti locali”.

“Avere un gioco regolato con un payout superiore al 60 percento consente di lavorare su strutture tecnologiche per contrastare la ludopatia ed evitare una deriva del gioco patologico. Va inoltre rafforzato il controllo sul gioco nella rete fisica. Se del giocatore online sappiamo tutto, nn così per chi entra nella sala. Solo così possiamo tutelare i giocatori. L’esperienza pandemica ha visto Adm in prima linea con 4 miliardi di mascherine portate con i ponti doganali. Nel gioco abbiamo attivato il Copregi attraverso cui Adm coordina la repressione del gioco illegale sul territorio tramite Guardia di Finanza, polizia e carabinieri.

In pandemia abbiamo chiuso oltre 250 sale illegali vestite legalmente con sanzioni per milioni di euro. Abbiamo lanciato l’app gioco sicuro che consente al giocatore di sapere se una slot o una sala giochi è legale ma che a causa della mancanza di una norma nn consente di applicare il whistleblowing. Stiamo lavorando alla gara sul gioco online ma a mio giudizio nn sono soddisfatti i criteri e rischia di diventare miscela che aumenta gioco online da paesi dove la regolamentazione nn esiste. Serve un testo unico sul gioco pubblico visto che oggi ci sono migliaia di norme sparse in milleproroghe e decreti semplificazioni”.