Tra rilancio, discussioni sindacali e la voglia di normalità. I casinò italiani sono a lavoro per provare una ripartenza che risente delle difficoltà economica, ma dalla loro c’è il fatto che il problema delle chiusure è comune anche alle case da gioco di confine.
E’ ad esempio notizia recente che l’Austria, primo paese europeo a farlo, torna in lockdown e la misura decisa dal governo di Vienna guidato dal cancelliere Alexander Schellenberg va toccare, inevitabilmente, anche le location di gioco. La chiusura riguarda i casinò di Baden, Bregenz, Graz, Innsbruck, Kitzbühel, Kleinwalsertal, Linz, Salisburgo, Seefeld, Velden, Vienna e Zell am See, nonché tutti i ristoranti dei casinò.
Mal comune mezzo gaudio verrebbe da dire. Andiamo però ad analizzare qual è al momento la situazione nelle case da gioco italiane, a partire dal contesto più delicato, ovvero quello di Campione d’Italia.
Campione d’Italia a lavoro per la ripartenza, ma con l’esclusione di grandi brand per il settore slot
Giorni caldi a Campione d’Italia per consentire la riapertura della casa da gioco. Proprietà e sindacati hanno raggiunto l’intesa per l’assunzione dei 174 dipendenti chiamati, da qui a fine anno, a rimettere in piedi la struttura per poter accogliere i giocatori.
L’amministratore unico del Casinò Campione d’Italia Marco Ambrosini è al lavoro per cercare di stringere i tempi, ma ha lasciato qualche perplessità la frase “Novomatic Ag sarà il partner tecnologico del Casinò”. Ci sarà un’offerta multibrand o le slot presenti saranno un’esclusiva di Novomatic? Quel che è certo è che Igt, Scientific Game, Konami, Aristocrat e Win Systems non saranno presenti alla riapertura di Campione.
Slot a campione: per ora escluse Igt, Scientific Game, Aristocrat e Win Systems
Si tratterebbe di una scelta del tutto lecita ma quantomeno coraggiosa e che rappresenterebbe un’anomalia rispetto al resto del mercato. Novomatic mediamente nei casinò ha una presenza del 12-16% rispetto al totale del parco macchine: circa il 14% a Venezia, il 10% al Casinò di Saint Vincent e il 12% a Sanremo. Le aziende citate sopra – in parte creditrici nei confronti del Casinò – secondo stime Agimeg complessivamente sono presenti con una media del del 60/65% in tutti gli altri casino. Con numeri di poco inferiori IGT, Scientific Game, Aristocrat e Win Systems sono presenti anche nelle case da gioco di Lugano e Mendrisio, che per pura questione geografica sono i veri concorrenti di Campione.
Il rischio – come si sono chiesti alcuni esponenti di settore – è quindi di proporre un’offerta troppo omogenea ai giocatori per quelle che sono le ambizioni: rilanciare la casa da gioco.
Casinò di campione: il nuovo bando è online
Intanto è online i bando per l’assunzione dei 174 dipendenti. L’orario di lavoro è fissato in 7 ore e 12 minuti giornalieri per il personale addetto al ramo giochi e in 8 per il ramo amministrativo, per un orario settimanale di 40 ore per il personale amministrativo e di 36 per il personale tecnico di gioco. Quanto alle ferie retribuite, ogni dipendente ha diritto a 20 giorni lavorativi fino a due anni di servizio, 25 dal terzo al quinto anno, 30 giorni oltre il quinto anno.
Il Casinò Campione d’Italia vuole anche trasformarsi in un punto di riferimento non solo per i giocatori, ma anche per gli amanti della buona tavola e della moda. Al Casinò di Campione hanno deciso di affittare bar e negozi, parte del complesso immobiliare realizzato dall’archistar Mario Botta, al primo e quinto piano dell’edificio. Sul piatto ci sono negozi e uffici per una superficie di 3.092 metri quadri. Dalla locazione a fini commerciali prevista dal bando sono esclusi, phone center, money transfer, sexy shop, articoli di basso pregio, discount, sala giochi o agenzia di raccolta scommesse, centro massaggi.
Casinò di Sanremo: lo stato di agitazione
Anche per quanto riguarda il bellissimo Casinò di Sanremo purtroppo ci sono più notizie riguardanti lo stato di agitazione dei dipendenti che le iniziative al quale ci aveva abituato la casa da gioco. Proprio così, grandi tornei di poker, eventi culturali e intrattenimento classico da casinò, come le celebri serate dedicare al burlesque, una volta si prendevano la scena. Torneranno a farlo sicuramente in futuro, ma per ora c’è da sistemare più di qualcosa.
Si è concluso intanto il lungo vertice, iniziato ieri mattina, che ha visto da una parte i sindacati del Casinò e dall’altra i capigruppo del consiglio comunale di Sanremo. Al centro la protesta dei lavoratori a seguito della riorganizzazione voluta dal Cda per le sale francesi e americane del cosiddetto gioco ‘lavorato’ e la decisione di chiudere i tavoli nei pomeriggi dal lunedì al giovedì nei periodi di bassa stagione.
Al termine della riunione è emersa la volontà, da parte di Cgil, Cisl e Snalc di proseguire con lo sciopero, mentre Ugl e Uil non aderiranno alla protesta portando comunque avanti le loro battaglie per spingere il Cda a tornare sui propri passi.
Una decisione che non è stata prese bene neanche a livello politico. “Il cliente dei giochi francesi è irrinunciabile per la sua capacità di spesa nella città e per gli incassi del Casinò, e il rischio grosso è che venga intercettato da altri nostri competitor. Ad oggi i giochi francesi sono la seconda voce di introito dopo le slot”.
Lo afferma il consigliere comunale di Sanremo di Fratelli d’Italia Luca Lombardi, commentando la riunione dei capigruppo con le organizzazioni sindacali in merito al mancato raggiungimento di un accordo con il Cda della Casinò Spa sull’apertura dei tavoli della roulette francese dal lunedì al giovedì, in cambio di flessibilità da parte dei dipendenti.
Casinò Venezia e Saint Vincent: c’è ottimismo
Dalla riapertura di fine giugno al 30 settembre scorso la società Casinò de la Vallée di Saint-Vincent ha ottenuto ricavi per 15 milioni e 645 mila euro. “Un incremento rispetto alle previsioni contenute nel piano concordatario di circa mezzo milione di euro”. L’Assessore regionale alle partecipate Luciano Caveri fa in aula il punto sulla procedura concordataria. Lo spunto è offerto da un’interrogazione del consigliere della Lega Vda Stefano Aggravi. “Il mese di ottobre, che non è conteggiato, è andato bene e non solamente per il Casinò, ma anche per il Billia che ha approfittato di questa coda della stagione estiva”.
L’Assessore spiega, quindi, come la liquidità aziendale sia “in linea con il piano, se non migliorativa”.
Al Casinò di Saint Vincent si parla di “Urgente il rinnovo delle tecnologie”
Sul fronte del personale, al 30 settembre 2021 sono in forze nella società 414 persone, di cui 356 al Casinò e 58 nei servizi alberghieri. “Alla fine di luglio sono riprese le relazioni sindacali e la società ha presentato una bozza di nuovo contratto collettivo di lavoro, sul quale proseguirà il confronto nei prossimi mesi” prosegue Caveri “L’obiettivo è di avere personale sempre più polivalente per integrare la varietà dei giochi presenti nella casa da gioco”.
E a proposito di giochi, e in particolare di slot machines, è emersa “una grave obsolescenza” dell’infrastruttura tecnologica. “E’ urgente il rinnovo delle tecnologie, di cui è stato informato il Commissario”.
Le questioni sindacali ovviamente non sono del tutto spente ai due casino di Venezia, ma va almeno detto che sembra esserci una direzione e chiara e una strategia decisa verso una normalizzazione delle due case da gioco.
Casinò italiani: il calo dopo i primo dodici mesi di lockdown
Nel periodo che va da marzo 2020 a febbraio 2021 (e ovviamente anche all’8 marzo 2021, per tutto il mese e fino ad almeno il 6 aprile), i casinò italiani hanno complessivamente incassato 59.073.380 euro, il 67,85 percento in meno rispetto allo stesso periodo, non coincidente con l’anno solare e terminato a fine febbraio 2020.
Una flessione pesantissima – secondo le stime elaborate da Gioconews – con lievi differenze tra un casinò e l’altro: Sanremo totalizza 15.231.805 euro, il 63,59 percento in meno ed è comunque quello che ha avuto l’andamento “migliore”.
Segue Saint Vincent, che nei dodici mesi incassa 18.429.741 euro, il 67,66 percento in meno, e chiude Venezia, con 25.411.833 euro e una flessione del 70,09 percento.
Cali a doppia cifra e fortissimi pure sul fronte ingressi: in totale si è registrato un calo del 70,55 percento (329.957 quelle contegggiate), più lieve a Sanremo (meno 66,72 per un valore assoluto di 59.551), in seconda posizione Saint Vincent con meno 68,30 percento (103.812) e infine Venezia a meno 72,86 percento (166.594).
Uno sguardo ai numeri dei casinò: l’analisi
Senza dubbio è stata registrata una flessione, i numeri non mentono. Però va anche detta una cosa. Il bilancio negativo appare meno in rosso se si considera anche un conformo con quelle che è la realtà generale. Quasi tutte le attività hanno registrato una flessione – dalla piccola attività alla grande multinazionale. I numeri recenti sono inoltre positivi e lasciano sperare in vista del futuro.
Ora è però il momento di fare le decisioni giuste a livello sindacale e di accompagnarle a partner tecnologici al passo con i tempi, soprattutto in un periodo segnato dalla costante crescita dei casino online, che sono ormai in grande di garantire un’offerta sempre più concorrenziale rispetto all’esperienza di gioco dal vivo.